
Disturbo esplosivo intermittente
Caratteristiche del disturbo esplosivo intermittente
Il disturbo esplosivo intermittente si caratterizza per la presenza di esplosioni di aggressività impulsive, cioè che il bambino non riesce a controllare. Le aggressioni possono essere verbali o fisiche (l’aggressione fisica non comporta la distruzione o il danneggiamento di proprietà e non provoca lesioni a persone o animali).
Le aggressioni si verificano in media 2 volte a settimana e sono presenti da almeno 3 mesi.
Queste aggressioni si verificano in risposta a provocazioni di scarsa entità da parte di un familiare o di un amico stretto e hanno una durata inferiore ai 30 minuti.
Alcuni bambini possono presentare al posto degli attacchi verbali o fisici meno gravi, episodi più gravi con distruzione di proprietà o lesioni ad altri, ma queste si presentano raramente.
Indipendentemente dal livello di gravità degli attacchi aggressivi, la caratteristica principale del disturbo esplosivo intermittente è l’incapacità, da parte del bambino, di controllare un comportamento aggressivo impulsivo in risposta a ciò che viene vissuto come una provocazione, che normalmente non scatenerebbe una un’esplosione di aggressività.
Prevalenza del disturbo esplosivo intermittente
Questo disturbo può essere diagnosticato a partire dai 6 anni di età; è più diffuso fra gli individui più giovani, fino a circa 35/40 anni, e, generalmente, le persone con una scolarità che arriva al massimo alla scuola superiore. Il disturbo interessa circa il 2,7% della popolazione.
Sviluppo e decorso
Questo disturbo si presenta generalmente a partire dalla tarda infanzia o in adolescenza, raramente dopo i 40 anni.
Le caratteristiche del disturbo sono persistenti e si protraggono per molti anni. Il decorso della malattia può essere episodico, ovvero presentarsi in certi periodi ed essere latente in altri.
Fattori di rischio e prognosi
Tra i fattori ambientali che possono aumentare la probabilità di sviluppare il disturbo si registra una storia di traumi fisici ed emotivi durante i primi due decenni di vita.
Fra i fattori genetici e fisiologici è stato rilevato che i parenti di primo grado di una persona con disturbo esplosivo intermittente, presentano un rischio maggiore di sviluppare tale disturbo.
A livello neurobiologico si registrano anomalie serotoninergiche, a livello globale e nel cervello, in particolare nelle aree del sistema limbico (cingolo anteriore) e nella corteccia orbitofrontale.
Conseguenze funzionali del disturbo
Spesso una delle conseguenze per le persone che presentano questo disturbo è l’insorgenza di difficoltà sociali (perdita di amici, parenti, instabilità coniugale), lavorative (perdita del posto di lavoro), finanziarie (a causa del valore degli oggetti distrutti) e legali (ad esempio cause civili come conseguenza ai comportamenti aggressivi contro le persone e la proprietà altrui; denunce penali per aggressioni fisiche).
Comorbilità
Questo disturbo può presentarsi in concomitanza con i disturbi depressivi, d’ansia e da uso di sostanze.